Bacco giramondo – La Côte, il Lavaux e lo Chablais, a partire da Changins, la miglior fucina di giovani enologi della Svizzera
Con i suoi circa 4mila ettari vitati, il Canton Vaud rappresenta quasi un quarto della superficie viticola Svizzera.
Da molti secoli, vigna e vino sono presenti nella vita sociale ed economica della Svizzera romanda. Le vigne allevate con continuità, su terrazzamenti tra le creste alpine e il lago Lemano tra Nyon e Montreux, contribuiscono non poco a creare paesaggi idilliaci e bucolici, lasciando l’ignaro viaggiatore a bocca aperta.
La storia c’insegna comunque che furono soprattutto i monaci, nel Medioevo, a comprendere l’importanza di una sana gestione dei vigneti su queste terre. Rimandano a loro, di fatto, le denominazioni di alcuni terreni dissodati in quei tempi, dove ancora oggi vengono prodotti grandi vini: Clos des Moines, Clos des Abbayes, Clos des Abbesses, eccetera.
Il vigneto vodese viene normalmente diviso in sei regioni viticole che per ordine d’importanza sono: la Côte (tra Nyon e Losanna), Lavaux (tra Losanna e Montreux), Chablais (tra Villeneuve e Bex), queste tre zone godono dell’influenza del lago Lemano. A nord del cantone troviamo Côtes de l’Orbe, Bonvillars (presso la riva ovest del lago di Neuchâtel) e Vully (sulla riva ovest del lago di Morat).
Per ragioni di spazio c’interesseremo delle prime tre zone, sebbene tutte le regioni condividano la passione di tutti i viticoltori per il vitigno Chasselas, il quale, pur facendo qualche concessione in favore di vitigni rossi, resta l’assoluto ambasciatore dei vini del canton Vaud.
Normalmente sono vini con poca acidità, con profumi e aromi ben definiti dati dai terroir d’origine (floreali in certi casi, fruttati o minerali in altri). Anche il Gamay sembra cedere terreno a favore del Pinot Nero, in progressione il Gamaret e il Garanoir.
Per meglio conoscere gli aspetti della viticoltura del Canton Vaud, abbiamo pensato di approfondire le nostre conoscenze partendo da quella che noi consideriamo la miglior fucina di giovani enologi della Svizzera: stiamo parlando della scuola di Changins.
La strada del vino si snoda da nord-ovest del lago Lemano su crinali dalle ondulate colline dove si alternano campi fruttati e vigne allevate sui dolci pendii, dove il clima temperato del lago crea in concomitanza di terreni leggeri una situazione ideale per la vigna. La strada ci porta ad attraversare incantevoli paesaggi tra fascinosi villaggi: Begnins, Luins, Vinzel, Bursinel, Tartegnin, Mont-sur-Rolle.
Continuiamo il nostro viaggio – Fechy, Aubonne e Morges – concedendoci una piacevole sosta culinaria. I classici «filetti di persico» sono un perfetto abbinamento con il nostro Chasselas prodotto a Vinzel, dalle note floreali e minerali, che insieme sono molto armoniche, e qui non ci lasciamo sfuggire l’occasione per mettere tra i bagagli due bottiglie di Servagnin de Morges, prodotto da una selezione locale di Pinot Nero.
Ci lasciamo Losanna alle spalle; inserito nel patrimonio mondiale dell’Unesco, il vigneto del Lavaux beneficia della temperatura più dolce della Svizzera, essendo esposto verso est con le vigne riparate da grandi muraglie. Vigne che sono coltivate su terrazzamenti che sembrano giardini sospesi sul bordo del lago, raggruppati nella parte inferiore delle rocce, a segnare la vittoria dell’uomo su una natura caotica, dove la meccanizzazione non esiste.
È meraviglioso il paesaggio della Corniche che stiamo attraversando, i suoi pittoreschi villaggi: Lutry, Villette, Cully, dove sostiamo a gustare un Plant-Robert, selezione di qualità del Gamay. Sosta d’obbligo anche a Epesses e a Puidoux per acquistare i due grandi Crus: Calamin e Dezaley prodotti con uve Chasselas. La sosta ci permette (assolutamente imperdibile) di percorrere quello che è chiamato: «le chemin de la Dame» che unisce Epesses a Chexbres, per ammirare i vigneti a strapiombo sul lago: unici!
Ci fermiamo per la notte tra Vevey e Montreux, il patron del ristorante ci propone un menu abbinato ai vari Chasselas del Lavaux. Non poteva di certo mancare alla fine una degustazione di formaggi abbinati a uno Chasselas prodotto a Cully, con uve colte con vendemmia tardiva, che dimostra la potenzialità di questo vitigno indiscusso protagonista della regione.
Lasciamo Montreux di primo mattino e, costeggiando il Lemano, passiamo accanto al famoso Château de Chillon per raggiungere Villeneuve, trait d’union tra il bacino del Lemano e il Vallese. La regione dello Chablais è situata sulla sponda destra del Rodano, gode di un clima particolare che favorisce la maturazione delle uve, grazie al foehn che soffia da sud in autunno. Anche i terreni sono molto diversi, ricchi di smottamenti, gesso e calcare che obbliga le radici della vite ad andare in profondità alla ricerca dell’umidità necessaria. Questo influenza molto il gusto dei vini impregnandoli di amarognolo e donando loro un evidente gusto di pietra focaia. Peraltro, tale leggero sapore amarognolo è dato dalla «cargneule», terreni situati su una frana che pare possiedano virtù diuretiche.
Attraversiamo Yvorne dove il vitigno re, manco a dirlo, è lo Chasselas; tappa d’obbligo ad Aigle. Qui visitiamo l’omonimo Château dove ogni anno si premiano i migliori Chasselas della Svizzera. È proprio in queste terre che viene prodotto il più celebre vino svizzero al mondo, quello con la lucertola sull’etichetta. Naturalmente degustiamo anche i vini della vicina Ollon. Attraversiamo St-Triphon e arriviamo a Bex, sul confine con il Vallese. Il terreno gessoso regala ai vitigni una linfa generosa; i rossi Pinot Nero, Gamay, Garanoir e Merlot, coprono l’80% della produzione e sono considerati, con i rossi di Aigle, i migliori della regione.
/ Davide Comoli