Bacco giramondo – Nel corso del XX secolo la Rioja fu la regione spagnola di maggior pregio, oggi tiene alto l’onore.
Quando le legioni di Roma arrivarono nella regione dell’odierna Rioja (più di 2000 anni or sono), nella zona alta del fiume Ebro, scoprirono che gli abitanti chiamati Celtiberi, già coltivavano la vite e producevano del vino. Come era uso all’epoca, da buoni conquistatori, i Romani fecero conoscere il loro sapere in fatto di produzione di vino e, per soddisfare la sete delle legioni, insegnarono agli indigeni le tecniche di vinificazione e imposero la loro pax vinicola.
La storia della Rioja moderna incomincia comunque solo intorno al 1860, quando Camilo Hurtado de Amézaga marchese di Riscal de Alegre, dopo un soggiorno a Bordeaux, ritorna in patria armato di nuove idee, di nuovi vitigni, ma soprattutto, ed è la più importante, di barriques di legno di quercia francese nuove. Queste sue innovazioni vengono subito condivise da un suo pari, il marchese di Murrieta.
Entrambi incominciarono a creare dei vigneti con ceppi di Merlot e di Cabernet Sauvignon, nel tentativo di produrre vini ispirandosi al modello bordolese. Ingaggiarono anche un noto enologo bordolese, Jean Pineau, al fine di migliorare i vini dei piccoli produttori della zona. Per riuscirici li aiutarono anche economicamente nell’acquisto dei due vitigni sopraccitati, considerati miglioratori della produzione locale. Grazie a questo aiuto, i piccoli vignerons scoprirono con sorpresa che, con i nuovi metodi di coltivazione e vinificazione, anche l’autoctono Tempranillo dava eccellenti vini, con o senza l’ausilio dei due vitigni francesi.
Fu così che i vini prodotti nella Rioja raggiunsero dei prezzi di vendita che nessuno avrebbe mai immaginato. Fu in quel periodo che dall’altro lato dei Pirenei, prima l’oidio e poi la filossera distrussero il vigneto francese.
Negozianti provenienti dall’Aquitania, ma anche da più lontano, affluirono allora nella Rioja per acquistare quel tipo di vino che da loro non si poteva più trovare: i vini della Rioja da quel momento spiccarono il volo. Nel corso del XX sec. la Rioja (60mila ettari) fu la regione spagnola di maggior pregio, è stata la prima a fregiarsi della DOCa (Denominación de Origen Calificada), equivalente della DOCG italiana, a conferma degli ottimi standard qualitativi dei suoi vini. È a Logrogno, la capitale della Rioja che troviamo la sede della DOCa, questa regione presenta tre zone viticole piuttosto differenti tra loro, la Rioja Alta e l’Alavesa (le migliori), la Rioja Baja, la più estesa.
La Rioja Alavesa è situata a nord del fiume Ebro, nella provincia d’Alava (Paesi Baschi). Il 94 % della sua superficie viticola è vitata a Tempranillo, i vigneti sono dislocati sui fianchi dei monti Cantabrici, orientati verso sud, dove il suolo calcareo offre condizioni ideali per questo vitigno a bacca rossa. Le migliori vigne si trovano a metà strada tra le rive brumose ed esposte al gelo dell’Ebro e le montagne. I vini prodotti in questa zona sono di corpo e buona freschezza, le uve vengono coltivate su piccole parcelle.
La Rioja Alta è situata sulla riva opposta dell’Ebro, raggruppa le più grandi e antiche bodegas, assolutamente da visitare l’avveniristica e spettacolare struttura del Marqués de Riscal, il terreno è un po’ meno calcareo e le parcelle vitate più vaste. Queste pittoresche zone un po’ vallonate, sono i «terroir» di vigneti leggendari che danno vini di grande qualità, dotati di una incredibile vellutata morbidezza e con un notevole potenziale d’invecchiamento.
I vigneti sono situati tra i 400 e 500 m d’altitudine e godono quindi di temperature leggermente più fresche, il clima è influenzato dalle correnti dell’Atlantico e le primavere sono normalmente precoci, estati lunghe e calde, con autunni dolci e rinfrescanti dalle brezze notturne, un vero angolo di paradiso per i produttori locali.
La Rioja Baja si trova a sud di Logrogno e comprende anche otto comuni viticoli della Navarra, il clima è di tipo mediterraneo, più caldo e più secco, i vigneti si trovano a circa 300 m d’altitudine. Il periodo d’insoleggiamento è più lungo e le uve maturano molto precocemente. I vini di questa zona mancano spesso di vivacità e rischiano di essere un po’ troppo flosci, ricchi di alcol e struttura, per essere sinceri, un po’ troppo grossolani e non reggono al confronto coi vini delle altre due zone.
Le alte temperature impongono vendemmie anticipate e l’uso della Garnacha, vitigno che sopporta il caldo meglio di altri, del Graciano che dà un po’ di profumi e acidità, del Mazuelo, chiamato anche Cariñena (Carignan in Francia) che dà colore e tannini nell’assemblaggio.
Oggi nella Rioja, convivono due scuole di pensiero su come vinificare. La scuola più tradizionale preferisce macerazioni brevi che danno vini più fini ed eleganti, meno colorati, tannini più sofisticati e fini, con una bella acidità, in modo da essere sottoposti in botti grandi a un’evoluzione che dura negli anni. La scuola più moderna è invece orientata su macerazioni molto lunghe, che danno vini dalle colorazioni più intense, note boisée, speziati, frutta matura. Sono vini che piacciono molto sui mercati internazionali, spesso ottenuti con passaggi di 12 mesi in barriques nuove francesi o americane. A proposito di quercia americana, si deve sapere che questo tipo di legno dà un’ossidazione più rapida e dà ai vini un gusto più forte e dolciastro. L’uso di questo legno con vini delicati avrebbe conseguenze fatali. Quindi queste botti vengono usate per vini pieni e robusti, pronti da bere più rapidamente.
La Rioja produce anche vini molto simili ai Novelli, fruttati, da pronta beva, ottenuti in parte con macerazione carbonica; una volta erano prodotti in vasche scavate nella pietra (i lagar), oggi quasi tutte le bodegas usano vasche in acciaio.
La Rioja produce anche ottimi vini bianchi da lungo invecchiamento, prodotti con il Macabeo con piccole percentuali di Malvasia dalle note speziate, fiori di camomilla e ginestre, morbidi e di ottima struttura. In un nostro viaggio a Santiago di Compostela lo provammo con il Picos de Europa, un blu di latte vaccino prodotto in zona… che matrimonio!
Viña Real 2013
La Rioja è la regione spagnola che da sempre è quella con maggior tradizione e peso a livello mondiale in materia di vino. È questa la regione dove impera il Tempranillo, vitigno molto vigoroso con acini dotati di una buccia spessa e ricca di polifenoli, è un vitigno che è molto resistente al freddo e qui nella Rioja partecipa in modo importante a dare carattere ai vini della regione.
Il «Viña Real», che le nostre Enoteche propongono, è un vino prodotto con tipiche uve di Spagna: Tempranillo, Garnacha e Mazuelo, provenienti da Laguardia (Rioja Alavesa), che dopo essere state vinificate separatamente vengono assemblate ed elevate in barriques di legno francese e americano per almeno un anno.
Il «Viña Real» è un vino dai profumi speziati, confettura di ciliegie, con cenni di fiori appassiti, ha una buona struttura, con dei tannini muscolosi, ma molto morbidi. È il classico vino per le vostre grigliate estive, dove le costine e le altre parti di quel nobile animale che è il maiale allieteranno le vostre giornate.
/ di Davide Comoli